HealthDesk - 26 ottobre 2017
Combattere l’obesità per vincere il diabete.
redazione 26 Ottobre 2017 11:18
CITIES CHANGING
DIABETES
Combattere l’obesità per vincere il diabete
È possibile frenare la corsa del diabete,
agendo sui fattori che contribuiscono all’espansione di questa malattia nella
popolazione mondiale e che possono essere modificati: primo fra tutti
l’obesità. È questo il messaggio, e al tempo stesso l’obiettivo dei promotori
del programma Cities Changing Diabetes, di cui si tiene in questi giorni il secondo
summit internazionale.
Il programma, ideato, promosso e sostenuto
dallo Steno Diabetes Center di Copenhagen, dallo University College London e da
Novo Nordisk in questi primi 4 anni di vita ha già coinvolto le Università, le amministrazioni
pubbliche, il mondo della ricerca e accademico e la società civile di otto
metropoli mondiali: Città del Messico, Copenhagen, Houston, Johannesburg,
Shangai, Tianjin, Vancouver e Roma.
«Il diabete cresce a ritmo allarmante», spiega
Francesco Dotta, Professore di endocrinologia all’Università di Siena e
Coordinatore del Comitato Roma Cities Changing Diabetes Publication Planning.
«Secondo i dati dell’International Diabetes
Federation, la percentuale di popolazione colpita dalla malattia nel mondo è
quasi raddoppiata dall’inizio degli anni 2000, passando dal 4,6 per cento al 9
per cento del 2017, il che corrisponde a oltre 430 milioni di persone con
diabete.
L’Organizzazione mondiale della sanità mette
in chiaro che il costo umano ed economico dell’avanzata della malattia e delle
sue complicanze per gli individui, le loro famiglie e la comunità sono insostenibili».
Gli esperti messi all’opera da Cities Changing
Diabetes hanno individuato nell’obesità la causa più facilmente affrontabile e
hanno messo a punto un modello matematico, basato sui dati esistenti nei database
internazionali e in letteratura – il Diabetes Projection Model – che permette
di analizzare l’andamento della prevalenza del diabete nel tempo e mostra come
riducendo quella dell’obesità sia possibile diminuire il peso del diabete
stesso sulla società, in termini di costi sociali ed economici.
Il modello considera due possibili scenari: il
primo stima ciò che succederebbe se la crescita dell’obesità continuasse con il
trend attuale; il secondo con un intervento che riducesse l’obesità del 25 per
cento entro il 2045. A livello mondiale, nel 2045, senza alcun intervento si avrebbe
una prevalenza del diabete all’11,7 per cento, con un’impennata rispetto ad
oggi di oltre il 25 per cento, che porterebbe a 736 milioni il totale di
persone con diabete nel mondo e a quasi un miliardo e mezzo quelle obese.
Invece, agendo sulla leva obesità, si produrrebbe la stabilizzazione al 10 per
cento della popolazione con diabete, che limiterebbe la sua crescita a 625
milioni considerando l’incremento demografico mondiale. Inoltre, se
cominciassimo oggi ad agire contro l’obesità infantile si potrebbe
contestualmente ottenere l’inversione del trend, con una seppur lenta, ma
continua diminuzione della prevalenza del diabete da qui alla fine del secolo
XXI.
Importante anche l’impatto economico. Il
modello calcola che a livello mondiale, senza alcun intervento, i costi annuali
del diabete salirebbero dai 775 miliardi di dollari attuali a oltre 1.000
miliardi nel 2045. Invece, limitando la prevalenza del diabete al 10 per cento,
si otterrebbe un risparmio di 200 miliardi
di dollari l’anno.
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Presidente
Domenico Troìa
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