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sabato 9 gennaio 2016

Che la forza sia con...


Guerre stellari ha rappresentato una saga davvero indimenticabile e lo è tuttora.
Insuperabile la frase
 "che la forza sia con te". 



Probabilmente i diabetici di Matera dovrebbero avere la forza dello Jedi per migliorare la situazione in questa città.
Nonostante le numerosissime richieste e relative promesse, sembra proprio che l'Asl di Matera non attribuisca priorità al potenziamento del centro antidiabetico materano così come fornire gli indispensabili holter glicemici..
Anche a costo di essere ripetitivo, credo sia a dir poco ridicolo (per usare un eufemismo), che una città che espone al proprio occhiello il titolo di "città della cultura", non disponga del personale e dei presidi necessari per affrontare in maniera ottimale e dignitosa questa patologia.

Pensandoci bene, non ci vorrebbe molto per poter far migliorare le cose. 

Purtroppo come già accennavo in un altro post, la stessa partecipazione di chi ha il diabete  è veramente limitata. 
Nonostante la persona con diabete soprattutto in età pediatrica abbia diritto, come stabilito da delibere (oltre che dal buonsenso), ad un'accoglienza che possa definirsi dignitosa da parte del diabetologo e di altre figure professionali indispensabili (es. psicologo, pedagogista, etc), tutto questo sembra un'utopia  per la cultura della città di Matera. 
Eppure abbiamo la location, enorme, futuristica e non immagino quanto possa essere costata; abbiamo bravissimi medici che lavorano a tempo pieno senza sosta, ma che umanamente non possono fare di più senza un aiuto ed i presidi adatti.

Da Matera si deve per forza andare fuori... 

Anche chi ha  solo una idea di cosa significhi il diabete ed in particolare il diabete di tipo uno soprattutto in bambini adolescenti, è pienamente consapevole di come il riferimento con il diabetologo e figure professionali connesse, debba essere continuo, anche telematico e soprattutto sul posto...
Le cose non sono meno amare anche per chi ha il diabete di tipo due, spesso soggetti anziani ed in non buone condizioni fisiche, o le donne in gravidanza con diabete gestazionale costrette a percorrere chilometri e chilometri.
In altre province anche del centro sud, esiste la possibilità di incontrarsi, di essere seguiti in maniera costante, organizzando anche gite, campeggi o cene.
Tutto questo aiuta non poco a non sentirsi soli, a condividere esperienze e ad imparare l'uno dall'altro.
Personalmente non mi sento una persona "colta" perché nelle vie principali c'è qualche fiore in più, oramai anche appassito oppure perché le strade sono intasate da centinaia di persone che la città non è neppure in grado di accogliere e gestire nella maniera appropriata. Non mi forniscono  "cultura" neppure le feste e i canti o le manifestazioni quasi giornaliere. 

La cultura costituisce un concetto estremamente ampio. Uno delle componenti è rappresentato dalla civiltà. 

Anche la civiltà  ha una sua espansione di significato notevole. 

Potrei dire che un aspetto della civiltà è il rispetto .... e di conseguenza il creare condizioni di vita e di assistenza idonee per tutti.

Se vogliamo che il nostro diabete sia gestito da equilibri politici e clientelismo, restiamo nascosti in silenzio.
Ma se non è questo il nostro modo di essere, cantiamo... Ma non un assolo o un coro di poche persone... facciamo sentire la nostra voce come se fossimo una corale nella pienezza della sua forza. 

Che la "forza" sia con...



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